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Riforma anticorruzione, lo Stato che si autoregolamenta: è la volta buona?

pubblicata giovedì 26 marzo 2015

Riforma anticorruzione, lo Stato che si autoregolamenta: è la volta buona?
"Oggi stiamo parlando di una riforma strutturale profonda che avrà risultati in termini di efficienza e benessere, perché cambierà i comportamenti". Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan presentando la direttiva anticorruzione alle partecipate del Mef. La direttiva prevede che le società pubbliche dovranno rispettare le regole che ora riguardano solo le pubbliche amministrazioni. Il fondamento giuridico sta dentro la stessa legge Severino. Come si legge nella direttiva "la ratio sottesa alle legge 190 del 2012 è quella di estendere le misure di prevenzione della corruzione a soggetti che, indipendentemente dalla natura giuridica, sono controllati dalle amministrazioni pubbliche, gestiscono denaro pubblico, svolgono funzioni pubbliche o attività d'interesse pubblico e, pertanto, sono esposte ai medesimi rischi cui sono sottoposte le amministrazioni alle quali sono in diverso modo collegate per ragioni di controllo, di partecipazione, di vigilanza. Un testo che riguarderà le società che fanno capo agli enti locali. Regole che si applicheranno subito alle aziende non quotate e, tra qualche settimana, dopo un confronto con la Consob, anche alle quotate. Sono coinvolte realtà strategiche nell'economia italiana come Rai, Anas, Eni, Enel, Finmeccanica, Poste e Ferrovie. Un obiettivo strategico sarà proprio quello di fare una mappa delle aree a rischio, cioè i settori della società che più di altri possono diventare protagonisti di casi di corruzione, "appalti, autorizzazioni e concessioni, sovvenzioni e finanziamenti, procedure di assunzione del personale". Lo Stato che dà a se stesso le regole per funzionare può sembrare la dieta del lunedì, quella dei buoni propositi rinviati a domani. Stavolta però l'antibiotico anticorruzione forse lo somministrano per davvero all'Italia, stando alle dichiarazioni categoriche di Raffaele Cantone e Pier Carlo Padoan. E se finora non si è andato mai oltre la mezza aspirina per questo malessere che affligge l'Italia prosciungando la linfa vitale del Paese e dei suoi cittadini, c'è da aspettarsi che sia davvero ‪#‎lavoltabuona. Noi ci crediamo e speriamo anche che questo antibiotico possa curare e tirar su un Paese a cui una massiccia dose di vitamine per la ripresa anche del ruolo pubblico non farebbe male di certo.

Autore / Fonte: Giovanna Bozzi