Piccole grandi gioie nell’annus horribilis
pubblicata lunedì 12 luglio 2021
La piccola grande consolazione nazionale è stata l’Italia agli Europei 2020 slittati al 2021: gioco corale, giovane e bella da vedere, gruppo coeso: sono scesi tutti gli effettivi in campo. In panchina Roberto Mancini esteta in campo e fuori, sin da giocatore poi da allenatore: ha centrato il record di successi del ct più vincente nella storia azzurra ovvero Vittorio Pozzo. L’Italia non vinceva la rassegna europea dal 1968 con Ferruccio Valcareggi ct ed Enrico Albertosi, Dino Zoff, Tarcisio Burgnich, Giacinto Facchetti, Sandro Mazzola, Gianni Rivera, Pietro Anastasi e Gigi Riva. Corsi e ricorsi storici anche quella storia nazionale si rialzò dal flop inglese e avrebbe avuto il suo apice nei successivi mondiali messicani del 1970… Tra i giocatori dei tempi nostri si sono distinti il blocco meridionale (Ciro Immobile, Lorenzo Insigne, Gigi Donnarumma, Niccolò Barella, Marco Verratti e Domenico Berardi), la colonna settentrionale (gli emergenti Fede Chiesa in prima linea con Manuel Locatelli e Matteo Pessina ed il capitano Giorgio Chiellini) passando per il centro d’Italia (il veterano Leonardo Bonucci ed i gregari protagonisti Leonardo Spinazzola- Giovanni Di Lorenzo) e gli oriundi (Jorginho in regia, Emerson dalla panchina). Una nazionale di torelli, scugnizzi, bassi di statura, di gran caratura.
A Londra da Wembley a Wimbledon il passo è stato breve: Italia-Inghilterra anche nel tennis, grandi soddisfazioni nel segno di Matteo Berrettini. Quest’ultimo è stato il primo italiano nella storia a giungere sino in fondo al torneo del grande slam: si è confermato il miglior tennista azzurro di sempre sull’erba e non solo. Nell’annus horribilis piccole grandi gioie dell’Italia che ha sfatato i tabù secolari: dai Maneskin (Eurovision Music Contest) al calcio (Europei) e nel tennis (Grande Slam), si elevano a simboli di speranza.
Autore / Fonte: A cura di G.B. e S.B.
