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Bruxelles deferisce l’Italia per i pagamenti delle Pa: “Troppi 100 giorni”

pubblicata lunedì 11 dicembre 2017

Bruxelles deferisce l’Italia per i pagamenti delle Pa: “Troppi 100 giorni”
Cento giorni per incassare il credito dalla Pubblica amministrazione, "con picchi che possono essere nettamente superiori". Per questi ritardi sistematici nei pagamenti alle imprese fornitrici della Pa, la Commissione Ue ha deciso di portare l'Italia davanti alla Corte di giustizia europea per le eccessive lungaggini nei pagamenti alle imprese da parte della pubblica amministrazione. A tre anni dall'apertura della procedura d'infrazione e dopo un ulteriore avvertimento lo scorso febbraio, nonostante i miglioramenti, la media dei pagamenti resta infatti ancora troppo elevata, secondo Bruxelles. Per il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani: “L’Italia ha fatto di tutto per non rispettare le regole. Anche nel 2013, quando Bruxelles ha concesso la possibilità di sforare il Patto di stabilità per pagare i creditori della Pa, questa opportunità non è stata utilizzata. Sono passati 5 anni da quando la Commissione varò la direttiva per sanare il fenomeno dei ritardi dei pagamenti. Ora serve un rapido cambio di rotta” In base alla direttiva Ue sui ritardi di pagamento, le amministrazioni pubbliche sono tenute a pagare le merci e i servizi acquistati entro 30 giorni o, in circostanze eccezionali, entro 60 giorni dal ricevimento della fattura. Secondo una recente rilevazione di cui ha dato conto Repubblica, elaborata da Banca Ifis che lavora proprio su questi crediti problematici, i ritardi sulla media delle amministrazioni pubbliche si attestano tra i 41 e i 55 giorni, con le punte maggiori presso le Asl. Le più recenti stime collocano oltre i 30 miliardi l'ammontare delle fatture ancora da saldare e che non si possono ritenere più in ritardo. La Commissione nella nota "grande importanza al rispetto di questa normativa, e persegue una rigorosa politica di applicazione. La puntualità dei pagamenti è particolarmente importante per le Pmi che confidano in un flusso di cassa positivo per assicurare la propria gestione finanziaria, la propria competitività e, in molti casi, la propria sopravvivenza”. La normativa di Bruxelles prevede, inoltre, che le imprese debbano saldare le fatture entro 60 giorni, a meno che non sia stato esplicitamente concordato altrimenti e purché ciò non sia gravemente iniquo. Ogni ritardo di pagamento, si legge nella direttiva, conferisce automaticamente il diritto agli interessi di mora e a un minimo di 40 euro come risarcimento delle spese di recupero.

Autore / Fonte: A cura di G. B. e S. B.